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1 Utenti anonimi
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà. |
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Donatore GuardieInformate
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13/10/2009 11:01 Da Queens, NY City
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Utenti registrati Collaboratore Messaggi : 3901
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Citazione:
Ben detto Will!!!
Data invio: 27/8 1:59
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N.Y.P.D - Courtesy Professionalism and Respect N.Y.P.D exam: 3314 NYPD Auxiliary Police Officer/US Army Reserve http://www.youtube.com/watch?v=KV2ssT8lzj8 Eminem |
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà. |
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Maestro
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18/1 18:03 Gruppo:
Utenti registrati Messaggi : 313
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Ho risposto ne Il calendario Della Vigilanza Privata > Guardie Giurate tra mito e realtà.
pubblicato da Andrea Caragnano in News come da post di apertura: Illustrissimo sig. Alessandro Cascio, apprendo dal vostro esuberante curriculum vitae pubblicato al link: http://it.linkedin.com/pub/alessandro-cascio/2a/629/b15 due sostanziali dati: 1. che la vostra professione collima con quella di datore o prettamente collaboratore di questi; cioè pende dalla parte di chi a trasformato quella che poteva essere una potenziale sinergia d’appoggio con le Forze dell’Ordine (la Vigilanza privata), come un’armata brancaleone operante per il dio denaro; 2. che in tutta la vostra divagazione professionale, molto poco coerentemente, non vi siete minimamente sognato di scrivere di essere un esperto in metronotte, vigilantes, guardie notturne o altri nomignoli del genere. Ne dette etichette compaiono nel sito dell’associazione professionale italiana cui è segretario nazionale; e neppure nello spazio web dell’azienda da lei fondata e diretta. Da qui, quella che ritengo essere la vostra concreta presentazione. Lei come editorialista e articolista (ma se preferisce scribacchino: dal latino scriba, coloro che si occupavano di scrivere; diminutivo di scriba ovvero scrivano d'ufficio come lei è. Se poi si vuole usare un termine in modo dispregiativo è un altro discorso, ma non è il nostro caso, lei lo sa bene), dovrebbe sapere molto bene quanto sia importante nella comunicazione l’uso di linguaggi appropriati è da tutti universalmente accettato e addirittura ricercato. La parola scritta deve comunicare chiaramente un concetto, un pensiero, un commento… una norma o uno status. Con la vostra tesi, neppure il termine Vigile sarebbe da abrogare e la radice è la medesima di vigilante, andando a confondere le Guardie Giurate con gli agenti di Polizia Locale, per esempio. Il nomignolo ”vigilantes” in Italia è rapportabile ad una persona che ignora il diritto all'equo processo e mette in atto la propria personale forma di giustizia quando ritiene che la reazione delle autorità sia insufficiente; “Vigilantes” in Italia esprime un nomignolo neppure di origini italiane. Nel migliore dei casi negli USA “vigilantes” potrebbe essere rapportato a “security guards” (traduzione.dictionarist.com), ma voi nei vostri articoli vi sognereste di chiamare gli Agenti della Polizia di Stato, “Cops”? Volendo invece, fare riferimento proprio al termine “vigilante”, il significato è generalizzato e male si associa ad una professione riconosciuta e qualificata. Sarò più chiaro: chiamereste carceriere (Guardiano di carcerati; custode in un carcere; da Dizionario lingua italiana HOEPLI.it), un Agente della Polizia penitenziaria? Immagino e spero di no. Facile fare “il bello e il brutto tempo” coi bidelli, gli spazzini e i metronotte?! Il discorso diventa “più impegnativo” quando di mezzo ci sono autorità riconducibili a quella che l’autorizza a lavorare. Cercando in Rete, introducendo il termine “Giustiziere” vedrà che spesso è accumunato con quello di “Vigilante” (a presente gli episodi de “The District” (Vigilante)? Oppure il FILM The Brave One (Il buio nell’anima), regia di Neil Jordan (USA-Australia/2007) con Jodie Foster? La protagonista mette in atto una sorta di giustizia privata. E i giornali nella pellicola, appunto titolano i fatti così: http://imageshack.us/a/img571/1981/h1tg.jpg Proprio per questo il nostro legislatore ha preferito fare riferimento al giuramento che accomuna gli operatori di Vigilanza privata, nominandoli Guardie Giurate, evitando di confonderle con altri operatori non decretati come guardiani, portieri, receptionist, eccetera o altri poco indicati pseudonimi. Solo un uso corretto dei termini adottati per parlare di noi potrà essere alla base di norme coerenti e rispettose del cambiamento concettuale associato alla Vigilanza privata. Veniamo alla qualifica. Non tutti sanno, neppure lei a quanto pare, che la qualifica giuridica di IPS (come il portalettere, il conduttore di tram, il custode cimiteriale, l’operatore scolastico, eccetera) è prettamente nell’ambito delle mansioni di tutela dei beni e non prerogativa di essere in servizio e, nel nostro caso, è stata appioppata ad operatori che non portano lettere o mezzi pubblici, ne custodiscono tombe o scolari, ma prestano servizio antirapina nelle banche e nei blindati, dove subiscono ogni giorno assalti stile militare, oppure sono ordinati ad intervenire da soli, in allarmi o servizi di pattugliamento, dove è temuto il dolo. Ma meno ancora è risaputo che tale nomina è conseguente ad una sentenza UE che è costata cara all’Italia, che malvolentieri ha dovuto nei termini minimi in difetto, adeguarsi. Senza sottointesi, è la ribellione delle federazioni datoriali (lei a quale appartiene?) che hanno abortito sul nascere la proposto di innalzare il titolo di studio tra le nuove leve guardie. Inoltre, la informo che gli steward addetti alla sicurezza degli impianti sportivi, sono nuovi addetti alla sicurezza e all'ordine pubblico nei Servizi ausiliari dell'attività di polizia presente in loco, e come tali sono Pubblici Ufficiali. Quando si conosce la radice delle cose probabilmente si accetta la fregatura con maggiore difficoltà e si reclama per cambiarla. E questo potrebbe non fare comodo a tutti. Divisa e uniforme. Lei continua a confondere i termini. L’art.254 del Regolamento di esecuzione al T.U.L.P.S. prevede che le guardie particolari giurate, indossano l’uniforme. Si parla di uniforme e non divisa. Il perché - molto brevemente - fa riferimento all’uniforme come Abito di foggia codificata per una certa categoria o corpo (per esempio si dice “alta uniforme” e non “alta divisa”). Mentre per divisa è inteso un vestito indossato da chi frequenta una determinata scuola, un collegio e simili. Importa si e pure molto se è stata approvata da un Prefetto, (sempre a titolo informativo, in particolare, il Prefetto può convocare e sentire i pareri di comandanti provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato quale parte competente del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica - presieduto dal Prefetto, appunto - per il rilascio dell’uniforme delle Gpg), infatti il Codice penale per il reato di usurpazione di titolo da lei nominato, specifica la necessità di una speciale abilitazione dello Stato nel titolo (uniforme) usurpato. Lei crede che se indosso la divisa di un cuoco o di un operaio oppure di un trasportatore commetto “usurpazione di titolo”? Ma non sia ridicolo! A tale proposito, citiamo cose più serie e ricordiamo invece, che dal colloquio al Viminale del 2008, l' Associazione Centro Studi Sicurezza sezione Guardie Giurate nella 4209, di iniziativa governativa, ha fatto includere tra gli altri emendamenti, uno in particolare che conteneva la professionale richiesta di una divisa unitaria per tutta la categoria (con loghi aziendali). Ebbene tale richiesta è stata respinta, in perfetta linea con il maltrattamento risentito dalla categoria. Oggi alle istituzioni non interessa minimamente se la divisa rappresenta in qualche modo una categoria di sussidio ai corpi dello stato e per questo meritevole di un certo prestigio dovuta alla foggia. E forse per questo mi sorge il sospetto che l’uniforme delle Gpg dovrebbe non tanto essere più importanti di altre, ma sicuramente neppure riconducibili ad una tuta di lavoro! Purtroppo, invece, è proprio come lei dice: non importa se siamo una specie di carnevalata nelle uniformi! anzi meglio, perché importante è che non deve indurre in errore il privato cittadino che non le deve confondere con quelle indossate dalle forze dell’ordine. Chiaro no?! Lei dice che il giuramento è “solo” un vincolo?.. Vero, ma gioca ancora una volta con i termini: primo perché un solo vincolo porta sempre ad una serie di doveri… ma pari merito ad altri diritti che lei ha “perso per strada”; secondo, perché lei furbescamente si è guardato bene di chiamarli “doveri”, sapendo che avrebbe portato irrimediabilmente il lettore a collegarsi ai “diritti”, quindi adducendo a più generalizzati “obblighi”. Infine c’è l’arma. Che non è mai uno strumento di lavoro (regolamentato dal Ministero del Lavoro); e che invece è sempre uno strumento predisposto per ferire o uccidere (regolamentato dal Ministero dell’Interno). Impari bene anche questo. “Poi” come dice lei, ci sono i morti ammazzati. Però io non condivido il “poi”, ne il fatto che confonda due diversificati aspetti unificati solo nella tragedia: le morti bianche e la cronaca nera. Il ridicolo è che scrive di morti ammazzati orchestrandoli con i muratori deceduti nel lavoro. Provi a riflettere sulla differenza. Mi sa tanto che dalla sua posizione di business-man, è proprio lei quello che percepisce in modo distorto le cose per ragioni diverse, tutte prettamente legate al business (per cui ritengo inutile tentare di ricondurla alla ragione, ma tanto perché deve sapere che non incanta nessuno o quasi), facendo finta di non sentire l’assordante e giustificato malcontento conclamato, denunciato e ripetuto da una intera categoria di lavoratori. Sotto questo aspetto del tutto negativo, lei è proprio sensazionale! L’invito a farsi qualche giretto nei forum dedicati. Molti saluti. Bafometto - Utente Guardie Informate
Data invio: 27/8 11:13
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Saluti Bafometto |
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