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Guardie Giurate tra mito e realtà.
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Il sensazionalismo fa perdere la misura della realtà.

Pubblicato da Andrea Caragnano
26 agosto 2013

Vigilante è colui che vigila, significa “star desto”. Vigilanza o vigilantes deriva dallo stesso lemma latino. Così come un metronotte è una guardia notturna e non un barbone, se poi si vuole usare un termine in modo dispregiativo è un altro discorso. Questo dal punto di vista etimologico. La norma oggi li definisce – però – Guardie Particolari Giurate…. Uno spazzino è colui che spazza che significa “togliere gli ingombri”, eppure – ora – è un operatore ecologico. Quindi gli addetti al servizio di nettezza urbana adesso compiono lotte contro l’inquinamento, proteggono la natura dal depauperamento ambientale o cosa fanno? Secondo me spazzano le strade! E i vigilantes? Sorvegliano le proprietà immobiliari. Che non è umiliante e sono lavori socialmente utili, anzi fondamentali per la collettività. Eppure tutti esigono di più. E nessuno vuole più essere chiamato metronotte o spazzino. E neppure vigilantes perché – stranamente – i più si offendono. Veniamo alla qualifica. Incaricato di pubblico servizio, ovvero di utilità sociale. Lo sono anche il bidello di una scuola o il custode di un cimitero. Non tutti sanno – inoltre – che detta qualifica giuridica è derivata dall’esigenza di assicurare alle guardie giurate una difesa penale non inferiore a quella assicurata agli steward addetti alla sicurezza degli impianti sportivi. Quando si conosce la radice delle cose probabilmente si accetta con minore difficoltà e non si reclama per cambiarla. La G.p.G. indossa una divisa e distintivi preventivamente approvati da un prefetto. Anche i piloti civili o la marina mercantile hanno la loro uniforme. I boy scout e le crocerossine. I tramvieri e i capi stazione. I cuochi e le hostess. La protezione civile e i detenuti. Se indossi una qualsiasi divisa senza averne titolo rischi di commettere dei reati tipo usurpazione di titolo, sostituzione di persona, millantato credito, non importa se essa è stata preventivamente approvata da un prefetto… E ognuna di quelle divise – comunque – non deve indurre in errore il privato cittadino che non le deve confondere con quelle indossate dalle forze dell’ordine, ovvero non gli devono assomigliare nella foggia. E solo per questa ragione che un prefetto le deve autorizzare e non perché dette divise siano più rappresentative o importanti di altre. Il giuramento – concludendo – è solo un vincolo. Non conferisce poteri ma obblighi. Infine c’è l’arma. E quello è uno strumento di lavoro che si spera non venga mai utilizzato. Poi ci sono i morti ammazzati in servizio, un capitolo tragico, certo. Però anche i muratori muoiono mentre lavorano, anzi il settore edile è quello che miete più vittime in assoluto. Sentirsi diversi o migliori di altre categorie di lavoratori – sentimento diffuso tra le guardie giurate – perché si indossa una divisa/uniforme, si ha una qualifica o si è fatto un giuramento per ottenere un decreto è ingannevole. Per le ragioni spiegate sopra. Queste argomentazioni, ovviamente, non vogliono sminuire questa particolare professione ma ricondurre alla ragione i molti che percepiscono in modo distorto le cose per ragioni diverse, talora per soddisfare la propria sete di protagonismo, talvolta per illudersi di assomigliare o essere qualcun altro.

Alessandro Cascio
Segretario Nazionale APIS
Titolare Demetra Group

Data invio: 26/8 22:40
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animi fortitudinem, et honorem in æternum,

non pregare per una Vita facile...prega per avere la forza di affrontarne una difficile( Bruce Lee)
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà.
Allievo
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Mi sembra un piuttosto riduttivo verso la mia categoria...
Non voglio affrontare la questione etimologica dei termini utilizzati per riferirsi alle GPG, poiché credo che il rispetto e la considerazione passi prima da altri presupposti che, purtroppo, non attecchiscono nell'ignoranza.
Quello che ritengo manchi a questa analisi è la componente che ci differenzia da tutte le altre categorie di lavoratori: svolgere servizio armati infatti, presuppone responsabilità molto pesanti. Credo che un'arma non si possa rapportare ad un qualsiasi altro "strumento di lavoro" pur essendolo, e neppure il tasso di incidenti mortali sul lavoro possa essere considerato come termine di paragone, considerato che nel Ns caso definire un decesso come "incidente" sarebbe carico di un cinismo senza pari...
Aggiungo inoltre, che sempre più spesso Enti statali o parastatali affidano compiti di sicurezza agli IVP, compiti che invece sono propri delle FFOO e che necessariamente è doverosa una qualifica diversa da "Incaricato di pubblico servizio", che offre poche garanzie ma molti oneri alla categoria, perchè sostanzialmente lo chiede la UE e non certo per protagonismo...
Queste pubblicazioni fanno più male dell'indifferenza e dell'ignoranza della gente verso il Ns operato, specialmente perchè partorite da esponenti del settore sicurezza...pertanto, cari colleghi, dobbiamo fare ancora molta strada per guadagnarci la stima ed il rispetto che ci meritiamo.

Data invio: 27/8 1:44
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Jesus promised the end of all wicked people...
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà.
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13/10/2009 11:01
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Citazione:

Will ha scritto:
Mi sembra un piuttosto riduttivo verso la mia categoria...
Non voglio affrontare la questione etimologica dei termini utilizzati per riferirsi alle GPG, poiché credo che il rispetto e la considerazione passi prima da altri presupposti che, purtroppo, non attecchiscono nell'ignoranza.
Quello che ritengo manchi a questa analisi è la componente che ci differenzia da tutte le altre categorie di lavoratori: svolgere servizio armati infatti, presuppone responsabilità molto pesanti. Credo che un'arma non si possa rapportare ad un qualsiasi altro "strumento di lavoro" pur essendolo, e neppure il tasso di incidenti mortali sul lavoro possa essere considerato come termine di paragone, considerato che nel Ns caso definire un decesso come "incidente" sarebbe carico di un cinismo senza pari...
Aggiungo inoltre, che sempre più spesso Enti statali o parastatali affidano compiti di sicurezza agli IVP, compiti che invece sono propri delle FFOO e che necessariamente è doverosa una qualifica diversa da "Incaricato di pubblico servizio", che offre poche garanzie ma molti oneri alla categoria, perchè sostanzialmente lo chiede la UE e non certo per protagonismo...
Queste pubblicazioni fanno più male dell'indifferenza e dell'ignoranza della gente verso il Ns operato, specialmente perchè partorite da esponenti del settore sicurezza...pertanto, cari colleghi, dobbiamo fare ancora molta strada per guadagnarci la stima ed il rispetto che ci meritiamo.


Ben detto Will!!!

Data invio: 27/8 1:59
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N.Y.P.D exam: 3314 NYPD Auxiliary Police Officer/US Army Reserve
http://www.youtube.com/watch?v=KV2ssT8lzj8 Eminem
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà.
Primo della classe
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Complimenti al sig. Cascio. Ma chi sarebbe costui? Io, da quello che dice, penso proprio che la gpg non è una figura a lui altamente gradita.

Data invio: 27/8 8:22
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà.
Allievo
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13/12/2012 22:44
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Da quel che so si occupa prevalentemente di investigazioni...ma se qualcuno ha info più dettagliate...

Data invio: 27/8 11:08
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà.
Maestro
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18/1 18:03
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Ho risposto ne Il calendario Della Vigilanza Privata > Guardie Giurate tra mito e realtà.

pubblicato da Andrea Caragnano in News come da post di apertura:

Illustrissimo sig. Alessandro Cascio, apprendo dal vostro esuberante curriculum vitae pubblicato al link:
http://it.linkedin.com/pub/alessandro-cascio/2a/629/b15
due sostanziali dati:
1. che la vostra professione collima con quella di datore o prettamente collaboratore di questi; cioè pende dalla parte di chi a trasformato quella che poteva essere una potenziale sinergia d’appoggio con le Forze dell’Ordine (la Vigilanza privata), come un’armata brancaleone operante per il dio denaro;
2. che in tutta la vostra divagazione professionale, molto poco coerentemente, non vi siete minimamente sognato di scrivere di essere un esperto in metronotte, vigilantes, guardie notturne o altri nomignoli del genere. Ne dette etichette compaiono nel sito dell’associazione professionale italiana cui è segretario nazionale; e neppure nello spazio web dell’azienda da lei fondata e diretta.
Da qui, quella che ritengo essere la vostra concreta presentazione.
Lei come editorialista e articolista
(ma se preferisce scribacchino: dal latino scriba, coloro che si occupavano di scrivere; diminutivo di scriba ovvero scrivano d'ufficio come lei è. Se poi si vuole usare un termine in modo dispregiativo è un altro discorso, ma non è il nostro caso, lei lo sa bene),
dovrebbe sapere molto bene quanto sia importante nella comunicazione l’uso di linguaggi appropriati è da tutti universalmente accettato e addirittura ricercato. La parola scritta deve comunicare chiaramente un concetto, un pensiero, un commento… una norma o uno status.
Con la vostra tesi, neppure il termine Vigile sarebbe da abrogare e la radice è la medesima di vigilante, andando a confondere le Guardie Giurate con gli agenti di Polizia Locale, per esempio.
Il nomignolo ”vigilantes” in Italia è rapportabile ad una persona che ignora il diritto all'equo processo e mette in atto la propria personale forma di giustizia quando ritiene che la reazione delle autorità sia insufficiente; “Vigilantes” in Italia esprime un nomignolo neppure di origini italiane. Nel migliore dei casi negli USA “vigilantes” potrebbe essere rapportato a “security guards” (traduzione.dictionarist.com), ma voi nei vostri articoli vi sognereste di chiamare gli Agenti della Polizia di Stato, “Cops”?
Volendo invece, fare riferimento proprio al termine “vigilante”, il significato è generalizzato e male si associa ad una professione riconosciuta e qualificata. Sarò più chiaro: chiamereste carceriere (Guardiano di carcerati; custode in un carcere; da Dizionario lingua italiana HOEPLI.it), un Agente della Polizia penitenziaria? Immagino e spero di no.
Facile fare “il bello e il brutto tempo” coi bidelli, gli spazzini e i metronotte?! Il discorso diventa “più impegnativo” quando di mezzo ci sono autorità riconducibili a quella che l’autorizza a lavorare.
Cercando in Rete, introducendo il termine “Giustiziere” vedrà che spesso è accumunato con quello di “Vigilante” (a presente gli episodi de “The District” (Vigilante)? Oppure il FILM The Brave One (Il buio nell’anima), regia di Neil Jordan (USA-Australia/2007) con Jodie Foster? La protagonista mette in atto una sorta di giustizia privata. E i giornali nella pellicola, appunto titolano i fatti così:
http://imageshack.us/a/img571/1981/h1tg.jpg
Proprio per questo il nostro legislatore ha preferito fare riferimento al giuramento che accomuna gli operatori di Vigilanza privata, nominandoli Guardie Giurate, evitando di confonderle con altri operatori non decretati come guardiani, portieri, receptionist, eccetera o altri poco indicati pseudonimi.
Solo un uso corretto dei termini adottati per parlare di noi potrà essere alla base di norme coerenti e rispettose del cambiamento concettuale associato alla Vigilanza privata.
Veniamo alla qualifica. Non tutti sanno, neppure lei a quanto pare, che la qualifica giuridica di IPS (come il portalettere, il conduttore di tram, il custode cimiteriale, l’operatore scolastico, eccetera) è prettamente nell’ambito delle mansioni di tutela dei beni e non prerogativa di essere in servizio e, nel nostro caso, è stata appioppata ad operatori che non portano lettere o mezzi pubblici, ne custodiscono tombe o scolari, ma prestano servizio antirapina nelle banche e nei blindati, dove subiscono ogni giorno assalti stile militare, oppure sono ordinati ad intervenire da soli, in allarmi o servizi di pattugliamento, dove è temuto il dolo. Ma meno ancora è risaputo che tale nomina è conseguente ad una sentenza UE che è costata cara all’Italia, che malvolentieri ha dovuto nei termini minimi in difetto, adeguarsi.
Senza sottointesi, è la ribellione delle federazioni datoriali (lei a quale appartiene?) che hanno abortito sul nascere la proposto di innalzare il titolo di studio tra le nuove leve guardie.
Inoltre, la informo che gli steward addetti alla sicurezza degli impianti sportivi, sono nuovi addetti alla sicurezza e all'ordine pubblico nei Servizi ausiliari dell'attività di polizia presente in loco, e come tali sono Pubblici Ufficiali. Quando si conosce la radice delle cose probabilmente si accetta la fregatura con maggiore difficoltà e si reclama per cambiarla. E questo potrebbe non fare comodo a tutti.
Divisa e uniforme. Lei continua a confondere i termini.
L’art.254 del Regolamento di esecuzione al T.U.L.P.S. prevede che le guardie particolari giurate, indossano l’uniforme. Si parla di uniforme e non divisa. Il perché - molto brevemente - fa riferimento all’uniforme come Abito di foggia codificata per una certa categoria o corpo (per esempio si dice “alta uniforme” e non “alta divisa”). Mentre per divisa è inteso un vestito indossato da chi frequenta una determinata scuola, un collegio e simili.
Importa si e pure molto se è stata approvata da un Prefetto,
(sempre a titolo informativo, in particolare, il Prefetto può convocare e sentire i pareri di comandanti provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato quale parte competente del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica - presieduto dal Prefetto, appunto - per il rilascio dell’uniforme delle Gpg),
infatti il Codice penale per il reato di usurpazione di titolo da lei nominato, specifica la necessità di una speciale abilitazione dello Stato nel titolo (uniforme) usurpato. Lei crede che se indosso la divisa di un cuoco o di un operaio oppure di un trasportatore commetto “usurpazione di titolo”? Ma non sia ridicolo!
A tale proposito, citiamo cose più serie e ricordiamo invece, che dal colloquio al Viminale del 2008, l' Associazione Centro Studi Sicurezza sezione Guardie Giurate nella 4209, di iniziativa governativa, ha fatto includere tra gli altri emendamenti, uno in particolare che conteneva la professionale richiesta di una divisa unitaria per tutta la categoria (con loghi aziendali). Ebbene tale richiesta è stata respinta, in perfetta linea con il maltrattamento risentito dalla categoria. Oggi alle istituzioni non interessa minimamente se la divisa rappresenta in qualche modo una categoria di sussidio ai corpi dello stato e per questo meritevole di un certo prestigio dovuta alla foggia. E forse per questo mi sorge il sospetto che l’uniforme delle Gpg dovrebbe non tanto essere più importanti di altre, ma sicuramente neppure riconducibili ad una tuta di lavoro! Purtroppo, invece, è proprio come lei dice: non importa se siamo una specie di carnevalata nelle uniformi! anzi meglio, perché importante è che non deve indurre in errore il privato cittadino che non le deve confondere con quelle indossate dalle forze dell’ordine. Chiaro no?!
Lei dice che il giuramento è “solo” un vincolo?.. Vero, ma gioca ancora una volta con i termini: primo perché un solo vincolo porta sempre ad una serie di doveri… ma pari merito ad altri diritti che lei ha “perso per strada”; secondo, perché lei furbescamente si è guardato bene di chiamarli “doveri”, sapendo che avrebbe portato irrimediabilmente il lettore a collegarsi ai “diritti”, quindi adducendo a più generalizzati “obblighi”.
Infine c’è l’arma. Che non è mai uno strumento di lavoro (regolamentato dal Ministero del Lavoro); e che invece è sempre uno strumento predisposto per ferire o uccidere (regolamentato dal Ministero dell’Interno). Impari bene anche questo.
“Poi” come dice lei, ci sono i morti ammazzati. Però io non condivido il “poi”, ne il fatto che confonda due diversificati aspetti unificati solo nella tragedia: le morti bianche e la cronaca nera. Il ridicolo è che scrive di morti ammazzati orchestrandoli con i muratori deceduti nel lavoro. Provi a riflettere sulla differenza.
Mi sa tanto che dalla sua posizione di business-man, è proprio lei quello che percepisce in modo distorto le cose per ragioni diverse, tutte prettamente legate al business (per cui ritengo inutile tentare di ricondurla alla ragione, ma tanto perché deve sapere che non incanta nessuno o quasi), facendo finta di non sentire l’assordante e giustificato malcontento conclamato, denunciato e ripetuto da una intera categoria di lavoratori. Sotto questo aspetto del tutto negativo, lei è proprio sensazionale! L’invito a farsi qualche giretto nei forum dedicati.
Molti saluti.
Bafometto - Utente Guardie Informate

Data invio: 27/8 11:13
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Saluti Bafometto
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà.
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Ottimo Bafo!...

Data invio: 27/8 11:34
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà.
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I Tuttologhi come questo Signore alla fine non sanno nulla, analisi a grandi linee anche sbagliate che conferma che la parola Ignoranza significa ignorare il significato di contenuti od azioni, cosa che fa questo Signore parlando di cose che neanche sa...Se stesse leggendo ,lo invito ad un dibattito tanto per chiarire chi siamo e cosa facciamo, io non voglio essere ne Poliziotto ne Carabiniere ne Eurogendefor (ammesso che leo sappia cosa sia ) SONO CON ORGOGLIO UNA GPG che lotta per i propri diritti come farebbe anzi come dovrebbe fare chiunque nel proprio ambito lavorativo

Data invio: 27/8 13:29
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà.
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Come GRAZIE A BAFOMETTO che ci rappresenta sempre con degnamente mai fuori dalle righe, nel mondo dei miei sogni sarebbe il nostro e giusto degno rappresentante al Governo per discutere di una ns riforma. ..GRAZIE PER LA BELLA E SENTITA RISPOSTA A QUEL SIGNORE, GRANDE BAFOMETTO

Data invio: 27/8 13:35
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Re: Guardie Giurate tra mito e realtà.
Maestro
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18/1 18:03
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Mi fa piacere che sia apprezzato.

Il sig. Andrea Caragnano, Sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri in congedo, Presidente dell’Associazione Orfani Guardie Giurate che annualmente pubblica il Calendario Storico da Collezione della Vigilanza Privata, mi ha risposto. A titolo informativo, rigiro qui l’intervento già che gli intenti sono del tutto positivi:

Buongiorno,
ho letto il tuo commento e lo trovo ben fatto. Se ritieni utile alla discussione lo pubblicherei come post per aiutare la discussione. La firma Bafometto porterebbe al link del tuo forum o come preferisci tu. Titolerei, " Caro Demetra non sono d'accordo". Ma anche per il titolo puoi suggerirne uno diverso.Fammi sapere. Buona vigilanza
Andrea”


Naturalmente ho annuito in toto.

Data invio: 27/8 16:06
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Saluti Bafometto
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