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XVII Convegno SicurEur-Ope: sintesi dei lavori congressuali
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IL MERCATO DELLA SICUREZZA LA SICUREZZA PRIVATA NEL MERCATO



Diversi temi “scottanti” sono stati toccati durante la prima giornata dei lavori congressuali.

Il parterre di ospiti e relatori presente ha infatti dibattuto senza esclusione di colpi su alcuni problemi chiave della sicurezza e vigilanza privata italiana, un confronto serrato che purtroppo solo in parte ha potuto giovarsi di una convincente partecipazione in sala.

Probabilmente questa mancanza di interesse, di partecipazione appunto, sia in riunioni associative sia ad eventi congressuali, costituisce la rappresentazione perfetta di un comparto che continua a perdere terreno in quanto a competitività e professionalità, ma che di fatto è atavicamente immobile al momento di far valere le proprie ragioni di fronte alle istituzioni, disertando, ad esempio, occasioni come questa di confronto, ormai sempre più rare e difficili da organizzare.

Questo sottrarsi alla discussione ci deve far riflettere seriamente sulla volontà concreta di molti imprenditori della vigilanza privata di tirarsi fuori da un periodo così difficile.

Se infatti da una parte ci si lamenta della scarsa ricettività delle istituzioni e di alcune associazioni di categoria, dall’altra non ci s’impegna nell’apportare un contributo critico nel momento più alto della concertazione, che è appunto l’incontro fra le parti, con l’unico risultato di delegittimare anche noi che per predisporre un simile evento abbiamo messo in campo molte energie ma soprattutto la faccia.

Molti lettori sono già al corrente della situazione critica di questa rivista che non naviga su acque chete e che, considerate le difficoltà imminenti, lotta quotidianamente per la propria sopravvivenza (condizione che in questo ci accomuna a molti imprenditori) ovvero riuscire a resistere continuando a comunicare, a stampare! La mancata partecipazione dei diretti interessati, che hanno motivato a vario titolo la propria assenza (anche se sponsor), ci ha fatto sprecare le ultime risorse disponibili, il che acuisce il malessere poc’anzi evidenziato. Per contro, i pochi intervenuti ci hanno incitato ad andare avanti, manifestandoci il proprio appoggio, la propria fiducia, ribadendo il concetto secondo cui se dovessimo sparire, con noi svanirebbe anche l’ultimo baluardo assicurato da una voce libera e indipendente in grado di raccogliere ed evidenziare le istanze di decine e decine di imprenditori ormai con l’acqua alla gola.

Nel futuro della vigilanza una scelta di professionalità

Valandro, nel suo intervento introduttivo, ha posto l’accento sulle difficoltà di una categoria alla prese con grandi problemi che limitano o influenzano le scelte in materia di professionalità che, non dimentichiamolo, diventano scelte oltremodo difficili, considerata la situazione attuale che vede una guerra stillicida di tariffe sottocosto oltre ogni lecito. In aggiunta ci sono poi da menzionare: l’abusivismo, che incide sulle società di vigilanza ma anche di investigazione privata. Su quest’ultimo argomento si è dibattuto a lungo in presenza del dr. Diego Agus (AGCM), Direzione Generale per la Tutela della Concorrenza, apparso particolarmente interessato alle denunce esposte dagli operatori e dallo stesso direttore de “La Ronda”. Si è cercato, attraverso esempi reali, tangibili, di fornire elementi significativi per opportune riflessioni da parte dell’Autorità Garante sul concetto errato e falsato di mercato della sicurezza venutosi a creare a seguito delle liberalizzazioni intervenute. Per quanto concerne l’abusivismo la più semplice espressione la si può ritrovare, senza troppi sforzi, consultando un sito di servizi (Pagine Gialle) la cui ricerca nei riguardi delle voci “vigilanza e vigilanza privata” fornisce circa 3200 risultati, mentre si sa che gli operatori autorizzati sono poco più o poco meno di un migliaio. Una delle proposte avanzate si introietta in tale direzione chiedendo che le società facenti parte di tale elenco forniscano esattamente, ed in modo ben evidente, informazioni pertinenti circa il rilascio del titolo di polizia ovvero il possesso della licenza; lo stesso dicasi per le società di investigazioni; l’utente ne ha diritto e deve essere garantito.

La presenza istituzionale

In rappresentanza delle istituzioni, e in modo particolare del Ministero dell’Interno, è intervenuto il Sottosegretario on. Alfredo Mantovano col quale si è discusso dell’attuale scenario legislativo, del recente decreto sicurezza verso cui non sono state risparmiate critiche nei confronti dell’operato del Governo soprattutto per l’iniziativa che ha visto protagonisti i cosiddetti “buttafuori”. È stato ben evidenziato, soprattutto da parte della Federpol, della confusione aggiuntiva che la loro comparsa “normativa” ha rappresentato e rappresenterà all’interno di una situazione già di per sè incontenibile.

Inoltre hanno avuto larga trattazione argomenti ripetutamente ribaditi come il ruolo della Commissione Consultiva Centrale nella sua funzione mediatrice tra esigenze del comparto e istituzioni, con l’intento preciso di definire il ruolo dei network, il ruolo dell’Ente Bilaterale della Vigilanza Privata e le regole sugli appalti sia pubblici che privati, ormai preda del ribasso sfrenato e in barba alle tutele e le garanzie per imprese e lavoratori che il cambio d’appalto già prevede e in questo senso abbiamo registrato gli interventi del Vicepresidente Assiv, Raffaele Zanè, Salvatore Licciardi, UGL e Scarpa, Filcam CGIL. Interventi invocati da tutte le parti in causa possono essere riassunti citando il commento di un imprenditore che, al termine del convegno, ha scritto sul nostro sito:

SONO STATO PRESENTE ALLE DUE GIORNATE DEL CONVEGNO, E LA DISCUSSIONE E’ STATA INTERESSANTE. PECCATO CHE GLI IMPRENDITORI ITALIANI DEL SETTORE NON ABBIANO CAPITO DELL’UTILITA’ E DELL’OPPORTUNITA’ PER FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE. FORSE GLI ASSENTI NON HANNO GROSSI PROBLEMI ECONOMICI O SONO PROPRIO QUELLI CHE STANNO ROVINANDO IL MERCATO? FORSE ASPETTANO CHE ALTRI, COME SEMPRE, ABBIANO A CUORE LE SORTI DI QUESTO SETTORE . SE NON SIAMO NOI A GIUSTIFICARE, DISCUTERE, PREVENTIVARE, OBIETTARE, CONSIGLIARE E DECIDERE DEL NOSTRO FUTURO , NON POTREMO OTTENERE NIENT’ALTRO CHE RISPOSTE INCERTE DEL TIPO “VEDREMO O STIAMO LAVORANDO A QUESTO”.

A onor del vero Mantovano ha espresso tutta la vicinanza del Ministero dell’Interno nei confronti dei tanti operatori che stentano nello svolgere il proprio lavoro, cercando di lasciare, in un certo qual modo, una sensazione di certezza circa l’attenzione e il lavoro delle istituzioni nei riguardi del comparto e delle sue problematiche. Ha inoltre posto l’accento sulla perfettibilità delle norme in atto ribadendo che il Ministero sta lavorando in modo serio in tal direzione. Un approccio che non chiarisce gli innumerevoli dubbi che gli operatori del settore hanno più volte espresso - quale migliore occasione, per chi rivendica, se non questa, ottima per fare massa con la propria presenza e colpire l’attenzione delle istituzioni - così come quello sopra citato, attraverso l’espressione: “vedremo o stiamo lavorando a questo”.

Ad ogni modo, è interessante soffermarsi su alcuni concetti ripetutamente ribaditi dai relatori intervenuti di cui di seguito riportiamo una breve cronaca tratta da appunti, redatti in occasione del convegno, alla quale farà seguito una trattazione più dettagliata e precisa dei lavori congressuali.

L’evoluzione delle imprese ed il mercato

Il nostro direttore faceva inoltre notare che le aziende di vigilanza privata sono lo specchio (e come potrebbe essere altrimenti) dell’assetto economico


del paese composto, quindi, da un universo di piccole e medie imprese che sostengono il mercato - nel caso della vigilanza privata in modo sussidiario rispetto all’operato delle forze dell’ordine, quindi in buona parte meritevoli di particolare attenzione e riguardo istituzionale -. In merito, per contrappeso, bisogna fare un accenno alle dichiarazioni del delegato Filcams - Cgil (il dottor Scarpa) che oltre a mostrare un certo nervosismo persino nei rapporti con rappresentanti sindacali di altre sigle presenti in sala, ha sostenuto nel corso del dibattito, di cui citiamo più o meno il senso generale delle sue parole, “le piccole imprese non fanno bene a questo comparto, le aziende di 10, 15, 50 dipendenti non fanno crescere la categoria, non innovano, bloccano il processo di competitività del paese”.

Su queste parole ci piacerebbe riflettere in maniera profonda, perché è davvero epocale che il rappresentante del sindacato italiano storicamente più progressista, potremmo dire “rosso”, (e spero nessuno della Cgil s’offenderà se utilizzo questa definizione) dichiari che le piccole imprese non servono, che bisogna aprirsi ai grandi istituti da 500, 1000, 2000 e oltre dipendenti. Si tratta di uno scenario ipotetico che a nostro avviso contribuirebbe a distruggere definitivamente ciò che rimane di questo categoria. E’vero, le grandi aziende sono importanti per la crescita del settore, purché non facciano del sottocosto la base del proprio business (alla lunga non sempre paga) distruggendo il lavoro altrui. Ciò non toglie però che siano importanti anche medio - piccoli istituti che in molte province e comuni d’Italia, con la loro presenza e organizzazione capillare supportano le esigenze dell’utenza e delle forze dell’ordine e nel loro piccolo cercano localmente di dare lavoro e tenere alto il livello di competitività imprenditoriale del nostro paese, da sempre fondatosi proprio su una dimensione “media” dell’impresa.

Nel futuro della Sicurezza privata una scelta di professionalità

Nella seconda giornata di lavori il programma prevedeva di porre in evidenza l’aspetto inerente la scelta professionale per la vigilanza e servizi di sicurezza portata avanti da responsabili e security manager. Una security aziendale che lamenta imbarazzo costretta a districarsi tra: gestione di appalti e frustrazione da politiche di riduzione di spesa ed esigenze reali di sicurezza presso obiettivi sensibili. Il direttore nell’introdurre i relatori ha sottolineato la difficoltà, contro cui si imbattono gli operatori, generata dalle sempre più drastiche riduzioni di spesa e richieste di servizi sottocosto a discapito quindi delle professionalità e qualità. Aspetto questo parzialmente sentito dai manager della sicurezza aziendale, a differenza di quelli presenti che invece si sono rivelati molto attenti al concetto di sicurezza reale, ricercando figure specializzate, professionalmente valide, che rendano pertanto un servizio efficiente ricevendo in cambio la giusta mercede. Il futuro del comparto sta sempre e solo nella qualità e in questa direzione, relatori autorevoli hanno portato le loro testimonianze in merito particolarmente significative, soprattutto in virtù del ruolo da loro ricoperto. Si è cercato di riportare esempi concreti in tema di security il dr. Lucio Mattielli, security manager del Gruppo Coin, colosso nel settore del fashion retail, nella sua relazione ha evidenziato alcuni punti significativi circa l’importanza dell’analisi delle informazioni e di quanto si stia man mano specializzando la sicurezza in ambito aziendale sia come progettualità sia in senso particolare, cioè all’interno delle filiali della grande distribuzione.

L’esempio proposto dal security manager del Gruppo Coin aveva la funzione di dimostrare ai presenti come all’interno della grande distribuzione si stia perfezionando l’applicazione e la professionalità degli addetti quasi contro tendenza rispetto alla direzione verso cui sembra indirizzato attualmente il settore, troppo dipendente da un mercato di bassa qualità. E l’intervento del dr. Mattielli ha funto da cerniera per legarsi all’analisi della sicurezza di obiettivi molto diversi tra loro, privati o istituzionali, legati comunque dalle stesse esigenze o alla gestione diretta da parte di Enti statali.

Il ruolo dell’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) e dei Security Manager

La cronaca ci racconta di accadimenti negli hub aeroportuali (Verona e Palermo i casi più recenti) e si è pensato, per tale motivo, di coinvolgere l’autorità preposta al controllo della sicurezza negli scali nazionali, l’Enac appunto, rappresentata dalla dr.ssa Giuseppina Lacriola la quale ha illustrato ai presenti le norme e le procedure adottate per la salvaguardia dei passeggeri chiarendo aspetti relativamente alla professionalità, alla formazione del personale indispensabile per partecipare ad appalti in capo ai gestori aeroportuali. Non sono mancati, in realtà e in diverse occasioni,confronti abbastanza accesi, sia tra le presenze in sala sia tra gli stessi relatori come ad esempio il confronto tra quest’ultima e il rappresentante del sindacato autonomo #non si scrivono parolacce,moderiamo il linguaggio#. Tra gli altri relatori c’è da ricordare l’intervento del dr. Marco Iaconis, in rappresentanza dell’Abi e del dr. Loris Brizio del sindacato bancario autonomo (FABI) i cui interventi attesi hanno introdotto un dibattito, particolarmente sentito, sulle politiche del sottocosto praticate da istituti di credito che tanti danni stanno causando alle società di vigilanza privata, problematiche per la sicurezza dei dipendenti di obiettivi sensibili quali quelli del settore bancario, così come quelle relative alla professionalità e tutela delle gpg comandate in servizi antirapina e trasporto valori. Su quest’ultimo aspetto si è soffermato l’intervento di Loris Brizio. Sinteticamente segnaliamo un dibattito acceso tra il dr. Pietro Leoni, security manager del Porto di Civitavecchia e il dr. Vincenzo Acunzo, Coordinatore Unità organizzativa per la vigilanza privata presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, circa i requisiti di cui gli aspiranti operatori devono essere in possesso e si lamentava, da parte di Leoni, una mancanza di precisione e innovazione nei criteri di valutazione del personale addetto alla sicurezza portuale e che per lo stesso Leoni la normativa prevede solo guardie giurate. Pietro Leoni, responsabilmente, pur sapendo che in altre simili situazioni vengono utilizzate, in modo improprio, appartenenti a società di servizi ritorna sul concetto di partenza “la professionalità”più volte rimarcata nel corso dei lavori.

Il dr. Acunzo si è dimostrato oltremodo disponibile trattenendosi per quasi tutta la giornata e partecipando caldamente al dibattito assicurando inoltre che nel breve periodo saranno affinate e divulgate norme e disposizioni in materia di sicurezza privata. Tale disponibilità del funzionario ministeriale e soprattutto l’interesse dimostrato nei confronti del pubblico e verso i relatori è stata una delle note sicuramente positive della giornata, brevemente riassunta in questa sintesi.

L’attesa armonizzazione delle norme comunitarie

Altrettanto risalto merita l’intervento della dr.ssa Nadia Lombardi, intervenuta in rappresentanza della Segreteria di Stato della Repubblica di San Marino che ha recentemente predisposto, attraverso norme ad hoc, un’esplicita diversificazione di attività e competenze separando, in maniera netta, chi si vuole occupare di vigilanza privata da chi invece sceglie come proprio ambito l’investigazione arrivando perfino a determinare puntigliosamente la trasparenza nelle compagini societarie.

Si potrà affermare: “San Marino è pur sempre un piccolo Stato”, ma ciò non toglie che si è dato una normativa, sulla falsa riga di altri 4/5 Stati dell’Unione Europea, auspicio che questa rivista ha ampiamente diffuso negli ultimi anni, in attesa di norme uniformi per tutti gli Stati.

Argomento sul quale è intervenuto, dopo aver con interesse ascoltato tutti gli interventi, il dr. Luigi Malferrari (Avvocato già precedentemente nell’organigramma della Corte di Giustizia Europea), in rappresentanza della Direzione Generale “sezione mercato e servizi” della Commissione Europea, il quale è entrato nel merito del dibattito toccando alcuni punti di suo interesse e ribadendo che la Commissione europea entro il 2010 dovrà decidere se e in che modo dar corso all’omogeneizzazione dell’apposita normativa per i servizi di sicurezza e vigilanza armata al momento non rientranti nella direttiva Bolkestein che riguarda solo le società di servizi. Trovare la quadra per armonizzare ordinamenti differenti nei diversi Stati europei da applicare a tutti è indubbiamente qualcosa di importante e faticoso ma che alla fine non potrà che giovare all’utenza, alle singole istituzioni e all’intero comparto.

http://www.edironda.com/?p=983

Data invio: 5/11/2009 0:06
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Re: XVII Convegno SicurEur-Ope: sintesi dei lavori congressuali
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25/4/2008 13:25
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a quello che leggo le istituioni hanno risposto bene,ma soprttutto hanno partecipato,il che non e'poco.Spero con tutto il cuore che dal dibbatimento si passi ai fatti...

Data invio: 8/11/2009 4:19
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Tutti sappiano che cio' che ho in animo non e' capriccio
di persona, non e' libidine di Governo, non e' passione ignobile, ma e' soltanto
amore sconfinato e possente per la PATRIA...
B.Mussolini.
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Re: XVII Convegno SicurEur-Ope: sintesi dei lavori congressuali
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Qualche aggiustamento da parte delle Istituzioni potrebbe (il condizionale in questo settore è indispensabile)avvenire, anche perchè il 2010 è vicino, la CE (come tutti sappiamo) stà valutando una eventuale "armonizzazione" della vigilanza privata armata e non armata.
Male invece la poca affluenza di Amministratori, dirigenti e simili a capo degli IVP.

Data invio: 8/11/2009 11:27
_________________
L'Utopia mi spinge ad affermare che con persone giuste -al posto giusto- si potrebbero raggiungere miglioramenti delle problematiche nel Mondo...Tant'è ...Che Non è Così!
Io dico: la vita è una sola, la si deve rispettare!!
-David-
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