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La storia di Patrizio Giliberti, guardia giurata in aeroporto, e del piccolo Alessandro
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Da Fiumicino l'appello di un eroe dell'Aquila: "Ora aiutate mio figlio"

La storia di Patrizio Giliberti, guardia giurata in aeroporto, e del piccolo Alessandro



Il Faro on line - È uno di quegli eroi silenziosi che nell’aprile del 2009, quando alle ore 3.32 la terra scosse l’Abruzzo devastando l’Aquila, pensò che il suo posto fosse in mezzo alle persone che stavano soffrendo, che avevano perso tutto. Anche a costo di lasciare per qualche giorno gli affetti familiari.

Quella mattina – racconta Patrizio Giliberti – ho sentito che c’era stato il terremoto, e appena arrivato al lavoro in aeroporto (come guardia giurata, ndr) ho visto quelle immagini terribili e ho pensato di partire per andare a dare una mano”. Ma il percorso è stato meno agevole di quanto si era pensato in un primo momento: “Ho chiesto al comando se potevo partire, e mi hanno risposto positivamente; garantendoci anche l’indennità di missione, l’equipaggiamento, ecc. Ma nello stesso giorno ecco lo stop: dalla sede centrale non arriva il benestare, perché i costi risultano troppo elevati, e dunque tutto sembra bloccato.“È stato in quel momento, vista la nostra determinazione, che il capo del Nucleo aeroporto ci ha proposto una soluzione: partire ugualmente ma a spese nostre e utilizzando i giorni di ferie. Abbiamo accettato, raccolto una somma di circa 500 euro per l’acquisto di generi alimentari non deteriorabili e generi di prima necessità. La mattina del 7 eravamo già all’Aquila, al campo di piazza d’Armi”.

Lì c’è stato l’incontro col dolore vero… “C’era gente disperata che non trovava più i parenti, bambini infreddoliti ‘buttati’ dentro alle tende, anziani che piangevano sulle spalle dei soccorritori. Venti giorni che mi hanno segnato profondamente, ricordi terribili della sofferenza che viveva quella gente, in mezzo alle macerie; e noi provavamo ad assisterli, non solo con le coperte ma col calore che può dare un sorriso, una carezza, una mano tesa”.
Oggi a tendere quella mano cercando aiuto è invece proprio lui. Nove mesi fa Patrizio è diventato papà per la seconda volta, di un bambino di nome Alessandro; che però ha portato con sé una rarissima patologia neurodegenerativa: la malattia di Krabbe. È una patologia che comporta una perdita della guaina di mielina che riveste come un nastro isolante le fibre nervose. È detta anche leucodistrofia a cellule globoidi, in quanto è caratterizzata dalla comparsa nel cervello di raggruppamenti irregolari di cellule localizzate attorno ai vasi sanguigni chiamati appunto “corpi globoidi”.

“Qui in Italia non ci hanno dato speranze – racconta Patrizio – prospettandoci al massimo un trapianto di cellule staminali che però non sarebbe risolutivo, ma servirebbe ad allungare la vita di qualche anno migliorandone la qualità. Parliamo però comunque di una condanna a morte nel giro al massimo di tre anni di vita. Poi però abbiamo saputo che a PIttsburg, negli Stati Uniti, viene proposta una cura completamente sconosciuta in Europa: una terapia genica, che con una cura batteriologica ha l’obiettivo di sostituire il gene non funzionante con uno per così dire ‘riparato’, che attivi l’enzima necessario alla produzione e allo smaltimento della mielina”.

In questi giorni dovrebbe arrivare la chiamata dall’ospedale americano, ma per la cura totale serviranno 500.000 dollari. Una cifra enorme, che sperano di trovare nel tempo… Ma per partire serve una caparra di circa 100.000 dollari. Patrizio e la moglie ne hanno racimolati 60.000, ma ne mancano ancora tanti. Ecco, ora è il momento di restituire ad un uomo quella generosità che ha dimostrato lasciando tutto per andare ad abbracciare chi aveva bisogno, chi aveva perso tutto. Lui rischia di perdere il proprio bambino, e non c’è motivazione più forte per tendere una mano.

Come fare? Le donazioni potranno essere effettuate tramite bonifico bancario del Comitato locale Roseto della Croce Rossa Italiana, Iban IT 73 P 070 867702 0000 0000 09894, oppure presso le sedi territoriali di Silvi Marina, Roseto, Atri e Valle del Fino, con causale “Aiutiamo il piccolo Alessandro”. Esiste anche una pagina facebook dedicata ad Alessandro.
Patrizio ci mette la faccia: “Farei di tutto per i miei figli. Il mio cellulare è 392.3231201, non ho paura a darlo. Chiunque voglia aiutarmi può chiamarmi, parlarmi. Non ho paura di essere rintracciato, perché voglio provare di tutto per dare una speranza di vita ad Alessandro”.
Angelo Perfetti

http://www.ilfaroonline.it/2016/02/02 ... ate-mio-figlio-62009.html

Data invio: 2/2/2016 22:12
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